Capitolo I

L’avete sentito mille volte: secondo la FAO un terzo di tutto il cibo prodotto annualmente viene sprecato. Ma quant’è un terzo? E cosa si intende con sprecato?
Un terzo di tutto il cibo prodotto significa all’incirca 1.3 miliardi di tonnellate/anno. Fa un po’ più impressione detto così, vero? E ricordatevi che una tonnellata sono 1000 kg. Già. Queste 1.3 miliardi di tonnellate di cibo ogni anno vengono prodotti [e quindi fatti crescere (allevati/coltivati), raccolti, lavorati, processati, eventualmente imballati, spediti tutto attorno al mondo] per poi trovarsi a un bivio: non essere acquistati, andare a male e venire buttati; oppure essere acquistati, andare a male nei nostri frigoriferi ed essere buttati. In Italia ogni anno vengono buttati nell’immondizia 109 kg di cibo per persona. E non siamo nemmeno i peggiori, infatti a farci compagnia in Europa c’è la Gran Bretagna, con 110 kg per persona e, dall’altra parte dell’oceano, gli onnipresenti Stati Uniti, con 109 kg.
C’è un altro fattore, molto importante, da tenere in considerazione. Una parte importante del cibo che viene consumato deriva da (o meglio, sono) animali. Questi animali non hanno bisogno solo di acqua e spazio per crescere, come le piante*, ma a loro volta hanno bisogno di mangiare. Parlando in termini di calorie (l’energia contenuta all’interno degli alimenti) è stato stimato che oltre il 40% delle calorie prodotte non raggiungerà mai la nostra tavola, o perché sprecato, o perché impiegato per l’allevamento di animali.

La catena produttiva
Un aspetto interessante del problema è dove si colloca, lungo la catena di produzione, il momento clou, quello in cui si ha la maggior parte dello spreco. Per le nazioni in via di sviluppo questo momento è posizionato a monte della catena produttiva, ed è principalmente dovuto a cattive pratiche agricole, gestione non ottimale dei prodotti, trasporto inefficiente ecc. Al contrario, nei paesi sviluppati, dove quindi tutti i problemi appena elencati sono stati risolti, la produzione di scarti si sposta alla fine della catena. Siamo noi consumatori finali i maggiori produttori di rifiuti alimentari nei paesi sviluppati (“sviluppati”, tanta fatica a produrre del cibo, solo per poi buttarlo via…).
Questo articolo vorrei concluderlo qui, lasciandovi metabolizzare (visto che comunque si parla di cibo :P) quante risorse buttiamo via ogni volta che lasciamo scadere qualcosa, ogni volta che buttiamo una banana perché marrone, quando scartiamo una mela al negozio perché ha una mini-ammaccatura.
Nel prossimo articolo vi racconterò come io vivo questo aspetto della mia vita (spoiler: ero una gran sprecona!!!), come sono cambiata io e come ho cambiato le mie abitudini, e condividerò qualche trucchetto che chissà, magari potrà darvi la spinta giusta nel cominciare la vostra personalissima guerra agli sprechi.
*No, nemmeno le piante hanno bisogno di soli acqua e spazio per crescere, ma di questo parliamo un’altra volta.